Carissimi!

Come promesso ecco l’articolo che, aggiornato in tempo reale, ci permette di seguire la missione anche se lontani!

Ma andiamo per gradi…

LA CERIMONIA D’APERTURA – Il primo passo della missione è il mandato della Chiesa! Questa madre che nella celebrazione eucaristica d’apertura ti consegna il TAU, il segno dei salvati, e ti dice: “Ora si portatore di questa salvezza ai tuoi fratelli!”

A Giarre, nella chiesa madre, il Duomo, inizia la ‘Missione Giovani’ dal titolo: ASCOLTA LA TUA SETE!!!

nessuno è felice come chi sa di essere amato! …frati , suore e tanti giovani in giro per i luoghi della città popolati dai giovani per incontrarli, ascoltarli e dire loro che sono Amati.

Ecco le prime foto della celebrazione e delle prime uscite in “notturna” per le strade del centro e per i principali luoghi di ritrovo e locali 🙂

CERCANDO I GIOVANI NEI LORO LUOGHI! – Una missione che si fa ricerca, per condividere con il fratello, chiunque esso sia, la gioia di essere figli di Dio amati!

Eccovi alcuni assaggi… dal concerto di Emma Marrone, passando per pub, radio, discoteche e ritrovi per strada; ma soprattutto entrando nelle scuole di Acireale e facendo festa nelle piazze abbiamo cercato di portare la notizia bella di questo Dio Padre che ti ama alla follia a tutti i giovani di questa splendida città.

INCONTRI SERALI CON I GIOVANI – Da martedì a venerdì ci incontriamo con tutti i ragazzi che abbiamo avvicinato e che accolgono un invito bello a gioire insieme, a continuare i discorsi iniziati nelle classi e per strada, ad accogliere una notizia che può salvarti… che le tue ferite non hanno l’ultima parola sulla tua vita! Con loro è un tempo di festa e di ascolto che sempre cerchiamo di concludere davanti a Gesù Eucaristia, fonte di questo amore grande!

IL GIUBILEO DEI GIOVANI – Appuntamento di riunione dei due gruppi missionari e dei giovani di Acireale e Giarre che hanno goduto con noi di questo tempo grande! Grande festa in piazza Duomo ad Acireale per gioire di queanto di bello ha fatto il Signore nelle nostre vite.

Carissimi!
fra pochi giorni, dopo la festa di San Francesco, dal 7 al 16 ottobre, saremo ad Acireale (CT) per una grande missione Giovani!!!
Vogliamo chiederti di accompagnarci con la preghiera e di venire e invitare i tuoi amici agli incontri che terremo!

Ci saranno:
appuntamenti comuni che uniranno tutti i missionari e coloro che risponderanno a questa chiamata alla gioia;
appuntamenti in parallelo La missione coprirà un territorio vastissimo! Ci saranno alcuni appuntamenti con stessa data ma doppia sede di incontro, sia ad Acireale che a Giarre.
Aggiorneremo il sito continuamente, cercando di comunicarvi tutto ciò che sarà il vissuto di gioia e comunione di questi giorni!!!

Per iniziare ad entrarci… ecco lo spot della missione!

Potrete inoltre, sulla nostra pagina facebook oppure sul sito ufficiale della missione, consultare date e luoghi di tutti gli appuntamenti e restare sempre connessi con noi.

Vi aspettiamo! 🙂

Vi pubblichiamo, per consultare più facilmente, i volantini con le date ed i luoghi di ritrovo di entrambe le sedi!

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La marcia francescana è un’esperienza che va vissuta, non si può raccontare fino in fondo in tutta la sua bellezza ed importanza, perché le parole pongono grossi limiti al terremoto che essa ti scatena nell’anima.

Sono partito senza aspettative…

Il primo giorno di cammino è stato durissimo: salite e discese frequenti sotto il forte caldo estivo mi avevano messo a dura prova e avevano suscitato in me un dubbio persistente e frustrante: “Ce la farò ad arrivare in fondo? O sarò solo di peso agli altri marciatori? Forse non sono abbastanza allenato… è meglio che rinunci, prima che mi accorga di non essere in grado e ne resti deluso?” Ho dovuto combattere con il mio io, con il mio voler capire tutto. Il secondo giorno mi guardo intorno e vedo volti sorridenti e felici… eppure anche loro stanno vivendo le mie stesse difficoltà!!

I miei compagni di marcia mi si avvicinano, ed io parlo con loro… sorrido, racconto, chiedo. So relazionarmi con loro, apro il mio cuore e anche loro iniziano a farlo con me. Ma contemporaneamente a queste relazioni belle che piano piano nascevano e crescevano, persistevano la fatica fisica e i dolori.

Dalla loro combinazione, da sotto la cenere, è cominciata a venire fuori un po’ di grinta… perché non si può mollare in salita! non si può mollare perché ti fanno male le spalle! Non si può mollare e lasciare indietro il compagno che è accanto a te!

Tutto ciò, è diventato la mia quotidianità e senza che me ne accorgessi, lentamente mi ha scongelato il cuore, fino a comprendere quanto io sopravvivessi anziché vivere. Consapevolezza che non mi ha lasciato indebolito, non mi ha fatto sentire vulnerabile, perché gli altri sono in fondo come me, affaticati, sudati, sporchi e con il peso del loro zaino sulle spalle e nel cuore. E’ stato inevitabile! Ci siamo riconosciuti gli uni negli altri e questo è stato risorsa, consolazione, forza, abbraccio, accoglienza, COMUNIONE! diventa lo specchio dell’Amore di Dio, esperienza che si fa attraverso i fratelli che non può essere immaginata né descritta appieno ma che ti dà Vita.

Ad un certo punto del cammino la fatica non è più fisica, ma interiore, e vai avanti perché accanto ai fratelli si può entrare anche nei luoghi più spaventosi e affrontare i tratti di strada più difficili senza timore! e che gioia quando insieme a loro riusciamo a raggiungere l’obiettivo! Si può camminare controvento, si possono portare dei pesi, si può condividere, si possono trovare strade diverse, si può attraversare il buio per vedere di nuovo la luce!

Sono arrivato ALLA PORTA DEL CIELO, con occhi nuovi e non rimpiango quelli vecchi. L’ho attraversata tenendo per mano  quella che è diventata una famiglia con cui camminare, l’ho attraversata sentendomi infinitamente piccolo e bisognoso della Misericordia di Dio, l’ho attraversata con una voglia infinita di gridare: “VOGLIO RICOMINCIARE DA ZERO”, l’ho attraversata con una sete di affidamento, di cura e protezione dalle mani di Colui che tutto può.

La Marcia mi ha condotto in territori che non immaginavo. Mi ha insegnato tantissime cose nuove e me ne ha fatte riscoprire altre che avevo dimenticate. Mi ha aiutato a capire cosa andava conservato e custodito e cosa invece  era necessario  LASCIARE per proseguire il cammino.  la strada è lunga.. ma confido in Colui che FA NUOVE TUTTE LE COSE, perché mi ha regalato occhi nuovi per vedere, un cuore nuovo per sentire.

Vincenzo

Marcia notturna nel transito di Francesco d’Assisi

1-2 Ottobre 2016

Carissimi,

Anche quest’anno, percorrendo il tragitto compiuto dal corpo di Francesco, vogliamo vivere nei giorni che precedono il transito e la solennità del 4 Ottobre, l’esperienza della bellezza e della pienezza della vittoria dell’Amore sulla morte!

In quest’anno, dove celebriamo gli 800 anni del Perdono della Porziuncola e il Giubileo della Misericordia, l’evento sarà incentrato sull’esperienza che Francesco stesso, ha fatto e ci consegna oggi, del perdono e della misericordia di Dio e verso i fratelli.

Attraverso il santo d’Assisi, la sua gioia e la sua profonda spiritualità vogliamo imparare a metterci di fronte alle nostre morti, croci, limiti e sofferenze con lo stesso amore che Gesù ha mostrato e che i santi hanno fatto loro.

Ci ritroveremo sabato 1 ottobre alle ore 14:30 presso la Domus Pacis; LA CENA è AL SACCO!

Per qualsiasi informazione scrivici all’indirizzo email: corsifratiassisi@gmail.com o contattaci al numero riportato sul sito www.fratisog.it o sul volantino.

NB: Le iscrizioni si effettuano solo telefonicamente A PARTIRE DAL 26 AGOSTO 2016

Il Signore vi dia pace!

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“Ma dove sei stata?” “Cos’è la marcia?” “Come stai ora?” “E’ stato difficile? …E Dio?”

Quante domande nei cuori di chi ci conosce e, forse, ci ha solo visti in foto o nei cuori di chi ci ha visti passare tra le vie del proprio paese…

Sono sicura però che le domande ci sono anche nel nostro cuore e proprio questo nostro interrogarci ci rende vicini. Dunque, sì, le domande ci sono e sono in abbondanza, ed io da sola, se vi dicessi solo quello che sentivo o provavo non sarei veritiera perché, come ogni cosa, assume significato solo se la si guarda dall’alto, con uno sguardo di comunione…

Infatti, la marcia siamo NOI, trecento giovani, da tutta Italia, e non solo, arrivati senza sapere cosa ci aspettasse davvero, dove avremo dormito, cosa avremo mangiato o quanti chilometri avremo marciato; sapevamo solamente che eravamo lì per Dio, chi perché lo aveva già incontrato, o così credeva, chi perché lo voleva incontrare, chi perché ne voleva riscoprire il volto e chi per dirgli quello che non aveva mai avuto il coraggio di confessargli. Poi, sapete, oltre a noi e alle nostre volontà, c’era, e c’è, un AMORE grande, che ci sceglie prima che noi ce ne possiamo render conto.

L’Amore ci ha uniti un poco alla volta nei piccoli gesti, nel presentarsi, nelle file, nel non arrabbiarsi, nelle risate e nei silenzi… E non ci ha mai lasciati soli… Sempre una mano, un volto, un sorriso o un abbraccio ci ricordava la nostra natura: il nostro essere AMATI, non giusti o sbagliati ma semplicemente amati.

Anche mentre camminavamo l’Amore c’era, anche se non ce ne accorgevamo perché soffocati tra i nostri pensieri nel silenzio o mentre inciampavamo nelle solite nostre ferite; bastava alzare lo sguardo: Lei, Maria, era lì che ci apriva il cammino, alle nostre spalle sempre qualcuno era pronto a sorreggerci, e tutto intorno a noi il creato che, coi suoi doni, non aspettava altro che noi ne gioissimo. Quando le salite si sono fatte più dure l’Amore ha cambiato sapore, si è fatto sudore, dolore, si è fatto bisognoso e ci ha resi tali, si è fatto mano che ti stringe, abbraccio che ti rialza, lacrima di chi non si vuole arrendere e zaino da condividere perché troppo pesante.

Questi giorni insieme sono stati una rivoluzione silenziosa dentro di me e mi scuso con tutti e con Dio se le mie parole non ne rendono la magnificenza. Io dalla vita ho sempre chiesto emozioni forti, esperienze inequivocabili e invece in marcia ho assaporato una straordinaria ordinarietà che mi ha tolto le parole e mi ha lasciata col cuore pieno di gioia e speranza…

Perché amici cari, a Gesù Cristo, a colui che ho chiamato fin ora “Amore”, non interessano tutte le cose che facciamo per farci belli agli occhi della gente, non interessano i nostri sbagli, i nostri errori o le cose che vorremo nascondere anche a noi stessi; a Lui interessa quanto amiamo! 

Dopo questa marcia ho compreso che sono umana, che posso sbagliare e cadere perché sono fatta di carne, di paure e di insicurezze… Ma nonostante tutto, al di sopra di tutti i miei pensieri c’è chi E’ PIU’ FEDELE di me, di te e di tutto il mondo che ci ha sempre ferito.

Lui lo sa che non sono perfetta ma non si sofferma sul mio limite, anzi proprio sul mio essere creatura fonda il suo Amore e mi promette la Felicità, quella che non finisce e non mi lascia insoddisfatta alla fine…

Mi guardo intorno… tutto ciò che ho mi è stato donato gratuitamente, VIVO E SONO AMATA anche quando non me lo merito o non me ne rendo conto.

Ora, dopo tutto ciò, so che Lui mi ha liberata dalle mie paure, dalle mie insicurezze e mi è vicino. Proprio quando io sono debole, quando temo di non sentirlo al mio fianco, lì Lui mi dimostra la sua fedeltà. So che non mi deluderà perché mi conosce e Lui non si dimentica di chi ha scelto.

Dunque sì, voglio ricominciare da zero, ogni giorno, con Lui e coi miei fratelli… Sempre in cammino con i piedi sulla terra e con gli occhi al cielo! 

Francesca

Non so come s i possa esprimere per iscritto l’incontro personale con Gesù, perché sintetizzare una cosa così grande, profonda e intima, immensa oltre i confini umani non si può. Ma mi è stato ribadito più volte che Dio ha fiducia in me e allora credo che anche adesso si stia fidando ciecamente di me e di ciò che racconterò.

Solo per grazia ho detto “sì” a Mariangela, preziosa amica che, ormai quasi due anni fa, mi proponeva i corsi ad Assisi. Avrei potuto anche dire no, sarebbe bastato cambiare una consonante e una vocale. Mi sono fidata della sua profondità. Percepivo qualcosa in lei, un rapporto con Dio profondo, vero e concreto, che era oltre quello che avevo sempre conosciuto: una “sana invidia spirituale” la chiamo io. Lei mi diceva: “Ci sono i frati lì che fanno le catechesi…” e io non sapevo nemmeno cosa significasse la parola “catechesi”.

Ma basta anche un solo spiraglio di disponibilità, quasi insignificante e Dio ne approfitta per entrare e stravolgerti completamente tutto, renderti la vita piena, riempirti d’amore e farti andare oltre confini che mai avresti superato. Tutto ciò nel suo modo, all’inizio incomprensibile e difficile per me, ma poi evidentemente più bello e profondo.

Inizio i corsi “ Amare come”: ogni due mesi Gesù mi aspetta lì ad Assisi. Ha da dirmi tante cose forti, dolorose, profonde e liberanti e io continuo come attirata da una calamita a scendere ad Assisi e ad ascoltarLo. Guidata da chi ne sa più di me, mi lascio portare su strade nuove. Decido di fidarmi e obbedire. Si fa sul serio, ho deciso!

Alla Marcia francescana mi immergo nel perdono, anzi, nel Perdono. Sono stata perdonata per tutto il male fatto in 25 anni di vita. Peccati cancellati per sempre: non pesano più sul cuore. Semplicemente non ci sono più. La sento questa gioia, questa liberazione finalmente! Mi innamoro di questo Perdono, di tutta la dolcezza di un Dio che si inginocchia ai miei piedi, me li lava, li bacia così sporchi e polverosi, feriti, callosi e gonfi.

Chi si è mai abbassato a baciare le tue sozzure, a prenderle in mano e a portarle via da te, a toglierti il peso del male fatto e a continuare ad amarti follemente quando a sbagliare sei tu, ad amarti sempre? Chi mai nella vita ti ha dimostrato questo? Dimmelo! Solo un dio può, l’uomo non regge. E questo è Dio con il suo infinito dolcissimo amore per te e per me. E io me ne sono innamora!

Ma Gesù concreto l’ho incontrato nel dolore. Non l’avrei mai creduto perché, sai, finché sei nella gioia piena, finché tutto fila liscio e sereno, Gesù lo vedi bene nella tua vita, per forza! Ma quando i tuo i progetti vengono rigirati senza darti respiro, quando quel momento che tu già classificavi mandato dal cielo si sgretola piano piano e in maniera inevitabile, quando il dolore è grosso entra nel cuore e non lascia spazio a niente, quando invade semplicemente tutto e tu non ti riconosci veramente più (eppure sei stata una persona sempre solare, positiva, combattiva e ottimista anche nelle situazioni meno belle e ridenti della vita) alloratutto quelloche saidi Diocrolla rovinosamente! Quasi non Lo riconoscevo più quel Dio buono e misericordioso che mi aveva invaso con il suo Amore alla Marcia. Le certezze che fino ad allora avevano sostenuto la mia fede non mi davano consolazione. Ero arrabbiata perché io stavo male, non ci stavo capendo più niente: Dio si era dimenticato di me! Passavano i mesi e continuavo dentro al cuore a stare male, a non avere la mia serenità e non avevo voglia di vivere così, proprio no!

Eppure, in fondo all’anima, sepolt a tra le lacrime c’era la certezza che solo Dio mi poteva aiutare. Restava salda sotto tanti colpi, e se rimane vuol dire che è la verità. Ero annientata e Dio mi voleva così, per mostrarmi che Lui, solo Lui mi avrebbe riportata su, che Lui non mi aveva dimenticata, anzi aveva sempre avuto cura di me. Non mi aveva lasciata da parte: l’ho capito quando mi sono resa conto che, pur non facendo niente di diverso o particolare, io stavo meglio. Non è magia, è Dio, è Grazia.

Riconoscerete che io sono il Signore quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio” (Ez. 37, 13).

Mi ha invitata a Casa Sua, in Terra Santa, dove la concretezza di Gesù, della sua umanità uguale alla mia, della sua vita scritta su ogni sasso e ogni grotta, su ogni ritaglio di cielo e ogni profumo di quella

terra, ti dice che Gesù è stato lì, Dio è stato lì. Voleva calarsi nella condizione umana, nei miei dolori, prenderseli e tirarli via da me, lì sulla croce e dirmi che questo lo farà sempre, finché dura la mia vita su questa terra. Non puoi non credere. Lì non puoi cedere al dubbio. Al Santo Sepolcro, al centro della vita lo senti, lo vedi il dolore di Gesù, di un uomo, le lacerazioni della flagellazione, la fatica, la paura, il cuore che batte, i pianti, i chiodi, le corde, l’agonia. Quasi un disperato grido di Dio che ti chiede, inchiodato sulla croce, ancora non morto di dolore per te: “ per pietà, fidati di me, son qui solo per te, mi credi?”. Allora puoi solo inginocchiarti e credere, perché un Uomo che soffre così per te e per me, sta soltanto dicendo : “ Io ti voglio amare per sempre. Posso?”.

Non posso più negare che quella tomba è vuota! L’ho vista con questi occhi, l’ho toccata, baciata e annusata. E lì Gesù non c’è! Lì Gesù non lo senti perché non c’è!

Non è qui. E’ risorto!” ( Lc.24,6)

Non vedevo l’ora di tornare e vedere dov’era Lui a casa mia, di scoprirLo Risorto tra le mie magagne quotidiane, le mie noie, le arrabbiature, gli sbagli, le angosce e le infedeltà. Perché a Gerusalemme in quella tomba non c’era. E allor a dov’è? Ovunque sono io, l ì c’è Lui e sempre mett e qualcosa di buono nel male che c’è. Sempre. Con i suoi tempi, diversi da quelli che pretendo io.

Ma, fidati: più Lo frequenti, più Lo conosci, più inizi a capirLo. Come qualsiasi normalissima relazione di diverso c’è che, in più, di Lui te ne innamori…inevitabilmente.

Ecco, i o così l’ho conosciuto Gesù: vivendo libera la mia vita. L’ho cercato nella libertà e nella libertà Lui mi ama.

Dio è Amore sempre, anche quando tu non ci credi…ti piaccia o no!

 Anna Graziella

Shalom, pace a te fratello sorella mia.

Voglio raccontarti qualcosa che è successo in questi giorni, sulla scia della mia esperienza… non perché sia importante la mia di esperienza, ma perché è l’unico modo che conosco per raccontarti cosa è successo ad Assisi; perché il rapporto con il Crocifisso Risorto, se è vero che riguarda tutti, è altrettanto vero che è pur sempre personale. Ed è stato proprio il Crocifisso Risorto il protagonista e il centro di questi giorni, lo stesso impresso nell’icona che più di 800 anni fa ispirò e parlò al cuore di Francesco d’Assisi.  Il Crocifisso di San Damiano, nell’Anno della Misericordia è stato riposto, per questi giorni, là dove si trovava: nella chiesa di San Damiano, là dove non solo parlò al giovane Francesco, ma dove fu contemplato e venerato per tanti anni da Chiara e le sue sorelle, che vissero in quell’eremo la loro vita nuova e santa.

Questo momento, durato cinque giorni, si è concluso con un pellegrinaggio notturno, il canto nella notte a cui hanno partecipato circa 300 giovani da tutt’italia ( e non solo).

Inizialmente sono stati proposti 4 nodi attorno ai quali meditare, 4 verbi per riconoscere vicino a quale di essi sta ora gravitando il tuo Cammino di Fede. Questi 4 verbi sono tappe graduali, e sfociano in quella Parola regalataci nel Vangelo della Domenica. (Lc 9, 23)

All’inizio c’è un INCONTARARE. C’è un incontro che muove a un Cammino. Incontro con una Parola, con il Signore o con qualcuno che in un modo o nell’altro te Lo ha portato. Quell’incontro ci mette in cammino, verso qualcosa che intuiamo appena, ma che si rivolge precisamente a quella sete di trascendenza che accomuna tutti noi. L’incontrare porta a un voler CONOSCERE. La relazione con Dio è come ogni altra relazione: o si nutre o finisce. infatti le fatiche della fede sono le stesse fatiche dell’amore. Se si arriva a voler conoscere veramente il Signore si farà pian piano l’esperienza di DILATARE i confini della nostra testa. L’esperienza di poter dare di più… poter amare di più; più di come noi stessi crediamo di saper fare. Il di più non è per gli illusi o per gli ottimisti, ma è per i figli di Dio! La taratura del cuore dell’uomo infatti è il Tutto, che è a misura di Dio e non a misura nostra! Il quarto verbo è SEGUIRE. Il verbo di chi sta trovando o ha trovato il suo cuore (cfr Mt 6, 21), il tesoro per cui vendi tutto. In questo passaggio ci viene indicata la strada: dimenticare il passato ed essere tutti protesi verso la meta (Cfr Fil 3, 13-14). Una cosa è certa: una volta trovato il tesoro diventi tu tesoro per qualcun altro, e questo ce lo mostra molto bene Francesco, considerato dalla Chiesa col titolo di alter Christus.

Siamo allora stati a San Damiano, per inginocchiarci davanti al Crocifisso e farci guardare da quegli occhi che guardarono Francesco, in quello stesso luogo… Ma il Crocifisso non è solamente un’icona: le sue ferite sono quelle che vivono in noi e nei nostri fratelli. Sono le piaghe e le sofferenze che ci ha raccontato in questa notte S., un ragazzo di 21 anni del Congo che ha avuto il coraggio di portare la sua testimonianza davanti a tutti noi. S. ci ha aperto le sue ferite, ci porta i suoi amici che ha visto uccidere, il suo essere stato raggirato, maltrattato, venduto e poi imbarcato nella stiva di una nave dove non c’era neanche l’ossigeno per respirare. Non è una storia strappalacrime la sua, ma la testimonianza che -usando le parole di Mons. Felice Arrocca-  le ferite di Cristo gridano; La risurrezione promessa passa per la croce, per la condivisione delle Sue ferite che sanguinano, che ci lacerano e che ci è chiesto di portare ogni giorno, ciascuno nella misura in cui si trova a affrontarle; chiarissime le parole del Maestro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.» Lc 9, 23

Dopo questo tempo siamo tornati a San Damiano, e poi piedi a Santa Maria degli Angeli. In silenzio, affidando alla vergine Maria i nostri cammini. ll pellegrinaggio si è concluso con la messa del giorno dopo. Domenica. La croce, ci dirà padre Gianluca nella messa, è la missione che Gesù Cristo vuole affidarti. Non è facile comprendere, tanto meno abbandonarsi alla saggezza della croce. Eppure è il libro della tua e della mia vita. La strada per questo è un cuore innamorato, dilatato e acceso dallo Spirito Santo. Questo porta alla felicità, fratelli! Alla saggezza così paradossale della croce, che ci dice che si è davvero felici solo se ci si consuma totalmente per amore, per l’altro. Senza risparmiarsi.

E allora fratello sorella mia, che possiamo accogliere per quel poco che riusciamo, la prospettiva della croce… poi ci penserà Dio, se glielo lasciamo fare, a dilatare quel poco…lasciamoci guardare dallo Sguardo del Crocifisso Risorto… che guarda da dentro per far arrivare il Suo Sguardo d’amore nel mondo attraverso il nostro… rendendoci capaci di amare come lui.

Luca

Corso zero: “per ricominciare un cammino cristiano”, dicono. Ricominciare

Si, effettivamente ho bisogno di ripartire da zero con Dio, mi sono resa conto di non averci mai capito più di tanto. Fino a poco tempo fa il mio andare a messa era “perché lo dice mamma”, o per incontrare i miei amici, o perché in qualche modo mi sentivo in colpa a non andarci.

Sentivo, però, di avere un vuoto immenso. Non riuscivo più a stare così e volevo, anzi, dovevo fare qualcosa! Perché non provare con questi frati, allora? Buttiamoci… in questo mondo di pazzi, ma pazzi di Dio!

Avendo fatto, poco tempo prima, un altro corso sapevo (o almeno così pensavo) a cosa andassi incontro, ma non potevo mai immaginare una cosa del genere. Momenti di gioia, tristezza, imbarazzo, serenità, ansia, paura, rabbia e felicità. Prima di partire pensavo: è impossibile ricominciare un vero rapporto con Dio in soli quattro giorni, e poi ti pare che possa succedere proprio a me? Così mi sono presentata al corso pessimista, incredula e dubbiosa, ma affamata di qualcosa di più grande e (più o meno) fiduciosa di poterlo trovare lì, nell’amore di Dio.

Io voglio essere felice!

“Solo chi si sente amato è felice e la felicità la trova solo chi ci crede veramente“.

La prima catechesi inizia così. Fantastico! Iniziamo benissimo!

Ho i genitori, i parenti e tanti amici, eppure avevo un vuoto d’amore. Come faccio ad incontrare questo Dio allora? “Questo Dio che ama di un’amore immenso, incondizionato e gratuito”. Io devo trovarlo, devo farmi trovare, crederci veramente e lasciarmi incontrare.

Dicono che ascoltare la sua Parola sia la chiave, l’inizio di un cammino verso e con il Signore. Ogni mattina si inizia la giornata con la messa. “Scherziamo?!”, mi dico il primo giorno al suono della sveglia. Eppure alla fine della messa c’è qualcosa di stranamente bello. Nonostante abbia gli occhi mezzi chiusi e non abbia ancora preso il mio primo caffè mi sento bene, serena. Che succede allora?  Che mi stanno combinando ‘sti frati? Continuo a non capire nulla di tutto questo ma voglio smettere di sopravvivere alla vita e iniziare ad essere “pellegrino”, imparando a pregare gridando e non urlando, cercando una strada per uscire dalla mia Babele e non una scusa per rimanere nella morte. Voglio dar fiducia (quella vera questa volta) alla promessa di Dio: Tu sei fatto per la pienezza. Ho capito che è Lui l’unico che può riempire il mio vuoto, l’unico che può perdonarmi tutto e amarmi sempre e lo fa partendo proprio dal mio peccato e dal mio marcio, dalla cosa che più odio di me stessa, guarendomi senza giudizio e portandomi così alla vita vera e bella.

Il mio pellegrinaggio è appena iniziato, è ancora lungo e sicuramente capiterà che sbaglierò strada ma in questi “soli” quattro giorni, anche dopo aver fatto forse la mia prima vera confessione, in cui ho dato un nome ai miei peccati e alle mie ferite, ho iniziato a credere seriamente che le mie tenebre possono essere illuminate da questo Dio. Ho iniziato a fidarmi di questo mio padre!

Ho ancora mille domande e nessuna risposta ma ho visto che è possibile per chiunque ci creda veramente. A “piccoli passi” anche io, allora, posso arrivare alla felicità.

Questi frati mi hanno imbottito la testa di mille pensieri ma mi hanno anche dato la spinta di cui avevo bisogno per iniziare il mio “qualcosa di più grande“. Quindi zaino in spalla, scarpe comode, tanta pazienza e fiducia a palate, e si cammina con il Signore verso la felicità.

Benedetta

Ecco che mentre sono a lavoro mi arriva un sms con scritto…

“Ciao Giovanni! ci scrivi la tua testimonianza sul corso Maddalena?”

Inizialmente non sapevo cosa scrivere a riguardo ma facendo memoria di quei giorni mi sono reso conto di quanto questa esperienza abbia lasciato una traccia indelebile sul mio sentiero.

Ormai è un po’ che sono in cammino con i frati e di esperienze che hanno aggiunto tasselli al mio puzzle ne ho fatte tante ma il Maddalena mi ha messo difronte alla verità di chi sono oggi, quasi come se mi avessero fatto una tac.

Maddalena una donna impossessata da 7 demoni che viene liberata, purificata e che si mette alla sequela di Gesù.

Maddalena una donna ferita, ma nel cuore un amore ardente!

Anche io quando sono arrivato ad Assisi la prima volta ero incastrato nelle mie ferite ma dopo l’abbraccio innamorato del Padre, ben deciso a riportarmi nell’amore ordinato, mettendo argini forti e saldi per contenere il torrente d’amore in piena che scorre dentro me, ho cominciato un percorso verso la libertà!

Tutto questo con non poche lacrime ma proprio queste, come per la Maddalena che piange davanti al sepolcro spalancato sono state gli occhiali per vedere nitido il volto di Gesù Cristo, il risorto.

Ed è proprio di resurrezione che si tratta, dell’amore che vince la morte!

Maddalena si sveglia presto per andare al sepolcro a profumare un corpo morto, o sarebbe meglio dire a coprire la puzza di morte.

Proprio così anche io nella mia vita per anni mi sono agitato tanto per apparire quello bravo nel compiere gesti d’amore. Mi dicevano che ero in grado di amare anche il più piccolo filo d’erba, ma poi in verità stavo solo spruzzando profumo su un modo disordinato di amare, che portava tante ferite a me e agli altri. Si mi rendeva felice, ma di una felicità incostante. Il mio cuore era una montagna russa, sali e scendi con l’adrenalina a palla ma quando sei in alto non ti godi la vista, pensi solo al momento in cui sarai sulla discesa!

Ed ecco arrivare le lacrime davanti a cose che ti spiazzano e mentre le persone intorno ti chiedono perché piangi parte sempre lo stesso discorso: Maddalena trova il sepolcro vuoto, piange, hanno portato via il suo Signore e non sa dove l’hanno posto.

Su quante cose ormai “morte” ho pianto, e quando mi chiedevano “perché piangi?” dicevo sempre che io non volevo fare del male a nessuno, desideravo solo amare tanto, amare di più, ma sempre mi trovavo ad infliggere ferite.

Ma solo quando proprio in quelle lacrime, scoprendomi cercato, chiamato per nome, mi sono voltato, cambiando direzione allo sguardo, ho cominciato a puntare gli occhi sul volto che mi diceva, “tranquillo, fidati di me, la morte è vinta, ci sono passato io per te e adesso apriti e lasciami entrare a trasformarti dall’interno così che tu possa amare, amare di più!”.

Io come Maddalena ho creduto, mi sono fidato ed ho rotto con una tristezza, ho ripuntato lo sguardo sui desideri, quelli che sognano di portarti verso una gioia piena.

Ed ora che comincio a sperimentare questo amore grande, così come la Maddalena corre dai discepoli per dire loro “Ho visto il Signore!”, anche io non riesco più a stare fermo. Mi riempe di gioia testimoniare che con Gesù Cristo, prima di ogni aspetto puramente religioso, avendo fede in lui vieni liberato e guidato verso la gioia piena.

Si posso proprio dire che il Corso Maddalena per me è stato una TAC e sai qual’è il risultato che ho scoperto? che ogni cellula del mio corpo comincia ad essere invasa da una cosa pericolosissima, l’AMORE!

Giovanni

Dopo l’esperienza molto positiva di questo anno, viene riproposto il “master di Pastorale Vocazionale” rivolto a sacerdoti e religiosi/e che svolgono il ministero del discernimento e dell’accompagnamento vocazionale. Il Corso si terrà a Santa Maria degli Angeli, presso la Domus Pacis e si articolerà in tre settimane. qui tutte le info