Entrambi siamo già stati marciatori e abbiamo sperimentato l’incontro con la Misericordia del Padre nelle nostre storie personali, in questa 41esima Marcia Francescana abbiamo camminato insieme nella strada che il Signore aveva tracciato per noi come coppia nonostante ognuno di noi avesse le sue domande, le sue preoccupazioni e le sue aspettative. Nonostante il nostro essere arrivati qui insieme, abbiamo provato a vivere questo servizio come figlio e figlia di Dio senza ritagliarci troppo tempo per noi ma decidendo, di comune accordo, di scegliere un momento durante la giornata per poter condividere il nostro vissuto giornaliero. Nel pieno dell’innamoramento ci sembrava una follia, l’ennesima occasione per poter scommettere sulla bontà del Signore. A nostro parere la marcia francescana resta la cornice perfetta per questo tipo di scommesse.

A differenza di quanto ci aspettassimo, il nostro essere al servizio è stato come vivere una vera e propria “marcia nella marcia”. È stata un’esperienza stancante e intensa per entrambi. Con il passare dei giorni la grazia di Dio illuminava la nostra strada facendosi spazio nei nostri cuori, lasciandoci scoprire i desideri più profondi. Così facendo la stanchezza dovuta alle poche ore di sonno e le nostre reciproche preoccupazioni hanno ceduto il passo alla preghiera semplice e autentica. Ci siamo chiesti più volte in che modo stessimo davanti al Signore, in che modo, unico e personale, potessimo rispondere alla sua chiamata all’amore e alla vita piena. La risposta è arrivata per entrambi durante tutta la marcia, in ogni tappa i nostri cuori abbassavano le loro difese. Abbiamo scoperto che il servizio al prossimo è come uno specchio che permette al cuore di rivelare in che modo è chiamato ad amare Dio e l’altro, nonostante le tante contraddizioni che ognuno di noi può vive. Abbiamo scoperto che il nostro desiderio profondo è quello di stare con Dio immersi nell’entusiasmo dei frati e delle suore, negli abbracci dei fratelli e delle sorelle che il Signore ci ha messo accanto. Ci siamo resi conto con grande gioia che quel momento di verifica giornaliera in cui ci ritrovavamo insieme come coppia per condividere i nostri vissuti era un luogo privilegiato per restare cuore a cuore con Lui.

Rivivendo le tappe della marcia abbiamo avuto modo di ringraziare il Signore per le opere grandiose che ha compiuto nelle nostre storie personali ancor prima di essere una coppia. Abbiamo imparato che la nostra chiamata personale è una storia vocazionale che passa per i tanti “oggi” della nostra vita, come il desiderio di voler camminare insieme nel “qui e ora” verso la Porziuncola, verso il Paradiso. E’ stata una gioia immensa quando davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli ci siamo confrontati e abbiamo riscoperto in entrambi lo stesso desiderio di entrare in Porziuncola insieme, mano nella mano. Arrivati in Porziuncola la gioia che abbiamo provato passando per quel piccolo pezzo di paradiso è stata la somma dei tanti momenti di grazia vissuti negli anni e nei giorni precedenti, ricordando tutti i momenti di grazia e di fraternità vissuti nella nostra esperienza di guastatori e di marciatori. Siamo entrati in Porziuncola con il cuore trasformato ancora una volta dalla Misericordia che non smette mai di stupirci. Ci siamo ritrovati cambiati da un passaggio molto concreto del Signore che si e manifestato in determinati sguardi, parole, gesti e azioni ben precise di alcuni fratelli e sorelle con cui abbiamo condiviso questa esperienza.

Abbiamo intrapreso questa esperienza con la certezza che questa nostra relazione rappresenta un “oggi” delle nostre storie vocazionali, un preciso modo di stare davanti a Dio. Permettere a Dio di entrare in una relazione significa scoprire attraverso di Lui che l’Amore è il contrario del possesso e che lo Spirito Santo è il motore, l’alimento e il custode della nostra relazione indipendentemente dalla nostra vicinanza, perché l’altro è la Sua occasione per entrare in casa mia oggi (Lc 19, 5). Una nostra amica guastatrice, sposata da qualche anno, ci ha confidato che in un matrimonio “se si cammina in Tre è una bella marcia in più”. Ci è sembrato un’indicazione preziosa per proseguire il cammino di verifica della nostra chiamata verso il Paradiso.

Insomma, dopo una marcia a cui abbiamo partecipato da marciatori, questa seconda marcia a cui abbiamo partecipato da guastatori, questa esperienza di Dio ci lascia “una marcia in più”, una terza marcia.

GIOVANNI E CATERINA

Sono partita per questa Marcia con la paura di non poter resistere fisicamente e di ritornare a casa più stanca di come sono partita, ma qui sul treno di ritorno devo smentirmi.

Nella condivisione in gruppi prevista nella giornata di ritiro della marcia, che si è svolta presso l’Isola Maggiore, siamo stati chiamati a esprimere le motivazioni che ci hanno spinto a partecipare, in quel momento ho condiviso la mia motivazione era il ringraziamento, il desiderio di ringraziare il Signore per tutti i suoi doni e per chiedere la grazia di imparare a perdonare. Con il passare dei giorni ho avuto la certezza che il Signore non aveva finito le sue opere nella mia vita, contrariamente a ciò che pensavo prima della mia partenza. Questa presa di coscienza mi ha spinto a ringraziare più volte il Signore che nei giorni successivi ha continuato a elargire con generosità i suoi doni. Dio, infinitamente buono non smette mai di dare ai suoi figli che gli chiedono di operare nelle loro vite.

In particolare una catechesi collocata in un momento di preghiera incentrato sulla benedizione del proprio corpo è stata fondamentale per “chiudere il cerchio”. Durante questa preghiera un frate ci ha invitato a toccare la parte del corpo che non avevamo ancora accettato, in quel momento ho avuto la consapevolezza che le mie imperfezioni non sono difetti di fabbrica, ma il Signore mi ha creata e pensata così dall’eternità. Egli non rinnega nulla di me, mi ha creata come una meraviglia stupenda ai suoi occhi, fatta a sua immagine somiglianza. Quella ferita che portavo con me fin dal mio arrivo ad Assisi per frequentare i corsi del SOG è stata guarita grazie alle parole d’amore e di benedizione che ho sentito pronunciare su di me durante il momento di preghiera che mi ha aiutata a porre la parola fine a tutti i pensieri screditanti. Il Signore quel giorno ha posto su di me la sua misericordia.

Con il passare dei giorni abbiamo continuato a marciare, ho sperimentato la misericordia di Dio che mi ha fatta sentire in maniera nitida e distinta figlia amata nonostante tutti i miei sbagli, una vera e propria coccola da parte del Padre. Il cammino è stato lungo accompagnato dal momento di silenzio mattutino che si è rivelato un aiuto fondamentale per la mia giornata, un vero risveglio nonché un momento in cui ho potuto pregare per tutte le persone che ho portato nel cuore. I volti incontrati nel cammino e le storie ascoltate mi hanno aiutato a ripercorrere il cammino di questi ultimi anni. Abbiamo ripreso a marciare il 1 agosto dopo il giorno dedicato alle confessioni, la Porziuncola si avvicinava sempre di più.

Il 2 agosto è arrivato il giorno del Perdono di Assisi e per un momento durante la marcia ho pensato di non riuscire ad arrivare con le mie gambe alla Porziuncola a causa del dolore alla caviglia, invece mi sbagliavo. Mentre ci avvicinavamo alla Basilica mi sono lasciata prendere dalla nostalgia, ma il Signore ha preso questo mio limite per aprire il mio cuore, farsi largo e parlarmi. Alla vista della cupola della Basilica mi è tornato alla mente il ricordo della prima volta che sono arrivata in Porziuncola e continuavo a ripetermi che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci sarei arrivata con il SOG, essendo ormai giunta al termine del mio cammino di discernimento vocazionale. Pensavo ininterrottamente: «Ora arrivo alla Porziuncola e poi riparto». Fino a quando il Signore mi ha messo nel cuore le parole: «Va’ e ripara la mia casa». Da quel momento ho capito che non solo Dio mi chiamava a non essere più la stessa Benedetta, ma che io stessa non volevo esserlo, non voglio più esserlo.

Torno a casa più grata di quando sono partita, con gli occhi e il cuore colmi della Provvidenza che il Signore mi ha dato di sperimentare in questo pellegrinaggio che non è solo un’esperienza, ma è un pezzo di vita da cui ripartire.

Benedetta

È questo il ritornello del brano “De gloria en gloria” tratto da Gal 2,20 che ci ha accompagnato in questa XLI marcia francescana, ed è ciò che abbiamo provato come guastatori, ma partiamo dall’inizio.

Il desiderio di guastare è nato alla fine della marcia a cui ho partecipato lo scorso anno grazie alla gioia e all’amore che i guastatori ci avevano trasmesso. Volevo dunque ricambiare a mia volta, è stato per me provvidenziale ritrovarmi il 24 luglio a Santa Maria degli Angeli per iniziare questa avventura, pur non conoscendo a pieno in cosa consistesse.

Il brano di Vangelo che ci è stato proposto dal frate responsabile dei guastatori è stato quello dell’Annunciazione riletto alla luce di tre Parole chiave: Eccomi, Rallegrati e Disarmami/Disarmali.

Queste tre parole si sono rivelate vere e presenti durante i dieci giorni del servizio. Ci siamo infatti dovuti presentare agli altri così come eravamo veramente, ci siamo rallegrati (Eviva! Cit) dentro le difficoltà e nella stanchezza quotidiana  e così facendo il Signore ci ha permesso di abbattere le nostre barriere e quelle dei marciatori, rendendoci e rendendoli bisognosi dell’amore del Signore e dell’amore altrui.

Il timore con cui sono partita è stato quello di non sapere come poter amare le persone a me vicine. Il servizio mi ha fatto comprendere che è proprio servendo che posso amare sperimentando che il soggetto che ama non sono io, ma è il Signore che usa me come tramite per avere cura degli altri. Questa consapevolezza unita all’esperienza fraterna vissuta con gli altri ragazzi del servizio ha fatto si che io mi sentissi ricolmata di Amore e Gioia vera.

Grazie a questo essere “ricolma” della sua grazia il sorriso e l’allegria non risultavano artificiosi ma del tutto spontanei, la stanchezza non si percepiva perché il desiderio di accogliere i marciatori e di camminare tutti insieme verso il perdono e il Paradiso risultava essere più grande di ogni fatica.

In questi dieci giorni ho sperimentato la bellezza di essere me stessa, di essere famiglia insieme ai guastatori, ai frati e alle suore, di abbandonarmi all’amore, alla provvidenza e alla misericordia del Padre.

“Avvenga per me secondo la tua Parola” (Lc 1,38) è quindi la Parola del brano dell’Annunciazione (come quelle consegnateci all’inizio) che sento mia alla fine di questa esperienza.

L’arrivo in Porziuncola il 2 agosto mano nella mano con i fratelli e con il cuore colmo di amore è stato davvero come sentire il Signore pronunciare a tutti noi queste parole: “Oggi con me in Paradiso!”

SERENA AIMASSO

E’ proprio vero che arriva un momento in cui puoi dire di aver fatto un Incontro. Me lo ripetevano; ‘ma che vorrà mai dire?’, mi chiedevo. Alla meglio, saranno suggestioni. Sono sempre stato affamato di Pienezza. Davvero, ho sempre cercato solo Lei. Temendo più di ogni altra cosa di vivere una vita ‘normale’, negli schemi. Per lungo tempo non ho messo mai in dubbio che tale suddetta Pienezza sarebbe stata soddisfatta dallo studio e da lui solo, strumento ottimo per affermarsi, guadagnare ottimamente, e fare anche tanto bene in questo mondo. E Null’altro. Ne ero così sicuro!!! E in questa luce, che senso ha qualsiasi altra cosa che non sia il dio studio? Perché dovrei ricercare altro – di qualsiasi cosa si tratti – se la sola chiave della pienezza è fuori di me, in un dio che mi vuole performante quanto più possibile? E ci vuole poco che il discorso diventi estremo, fino all’annullamento stesso del sé. Non c’è bisogno neppure di me stesso: non c’è più nessun io qui. Che tristezza. Chiaramente il corpo si ribellava, e più volevo servire in catene questo dio, meno riuscivo a farlo. E questo era motivo di grandi sofferenze. E perseveravo in questa lotta idolàtra, convinto che prima o poi ‘sarei riuscito ad annullarmi’ per questa pienezza, non avevo capito nulla!

E’ vero che molti, se non tutti, hanno le proprie ossessioni, testimoni della capacità che abbiamo di costruirci delle nostre personali misure, ma per cosa? Cosa spinge il nostro agire? Be’, consapevolmente o meno, ci facciamo delle domande. Sono queste che trainano tutto il nostro essere per la nostra direzione. Lungo la strada di Qualcosa che davvero Desideriamo. E che tu sia il primo ministro, o che tu ti ritenga poco adatto al lavoro logico mentale, è uguale: perché le domande di cui parlo sono di una natura molto più sottile. Appartengono al nostro stesso essere: sono radicate in noi. Le grandi Questioni dello Spirito, le brame dell’Anima, che tu stesso, in qualsiasi momento della tua vita, puoi Ascoltare, se te lo permetti. Quelle stesse di cui hai paura magari, perché ti vogliono ricordare che sei fatto per molto di più! Io non le ho ascoltate per anni: ero diventato un maestro nel soffocare quest’intelligenza divina in me che chiedeva solo di parlarmi, per guidarmi lungo la strada. La mente logica non può arrivarci.

Ma il Signore ci ha dato molto, molto di più che la sola logica a cui affidarci. Non posso dimenticare che sono in sala operatoria durante una lobectomia (permettetemi questo aneddoto) quando ricevo la chiamata del padre spirituale che mi informa che il cinquantesimo posto della lista d’attesa, quella mattina stessa, si è liberato. E’ così che sono finito al ‘Seminario di Vita Nuova’, ad Assisi. Non era certamente la prima volta che il SOG mi accoglieva, ma è stato molto diverso per me. Perché fino a quel momento avevo ascoltato una Parola di Vita, che prometteva di dissetarmi, ma per me erano solo parole. La corazza del mio cuore non era scalfita. E’ la paura in realtà che alimenta queste nostre corazze, queste nostre resistenze. E così non mi sembrava di avere visto nulla. E le mie vecchie misure non vacillavano. Questo Incontro è stato diverso: c’ero con tutto me stesso, perché non mi è stato possibile, neppure con ogni resistenza che avevo, ignorare la realtà di Quella Parola di Vita farsi Carne. In un modo inequivocabile! Nelle numerosissime testimonianze, nelle centinaia di fratelli, nella comunità che era lì per noi! E il mio cuore ha visto Qualcosa con cui ha risuonato profondamente. Quel sentire profondo, quell’Intuizione dell’anima che dice: ‘era questo che stavo cercando’. Una Voce che non puoi non ascoltare, perché ne riconosci ormai tutta la Verità che ti scuote interiormente come nessun pensiero partorito dalla mente può fare. Io ho sempre dato molta forza ai sillogismi per proseguire nella mia ricerca del vero. Ma, come dicevo, davanti all’anima che riconosce qualcosa di Suo, di profondamente Vero, ogni sillogismo cade. Perché è al di là delle nostre personalissime credenze, che plasmano le lenti con cui guardiamo il mondo! Ti rendi conto che Ogni assioma precedente si rivela fallace, perché semplicemente ‘relativo’ a ciò che ti hanno fatto credere e a cui hai prestato razionalmente ascolto.

Invece Noi il Vero lo Sentiamo! E per me il Seminario è stato davvero l’inizio di una Vita Nuova, e posso dirlo a distanza di un mese. C’è stato un passaggio, una svolta, altrimenti non starei a scrivere queste righe. Siamo tutti affamati di verità e pienezza, checché pensiamo di noi stessi. Il mio augurio è quello di poter essere liberi di muoverci anche fuori dalle credenze con cui abbiamo vissuto finora, perché possono rivelarsi la nostra gabbia. E non ci portano dove vorremmo. Vogliamo forse vivere nella menzogna questa nostra vita? Come avete letto, l’ho vissuto in prima persona. Tutti noi abbiamo uno strumento molto più grande che il Signore ci ha donato: il Sentire. E nel vedere la Sua Parola nella carne dei fratelli mi sono sentito chiamato personalmente e indiscutibilmente. Ho riconosciuto Qualcosa di veramente Mio! E questo afferma prima di ogni altra cosa la nostra preziosa Identità, e davanti a ciò non c’è più possibilità di resistenza! È un inno alla tua Vita! E ho scoperto che davvero non sono solo, e che la Bellezza della vita che Lui vuole per me è nei desideri più profondi del mio cuore, con i miei fratelli al mio fianco. Io sono solo all’inizio: so che non ho visto ancora nulla, questo è il mio primo passo, che ho voluto condividere con voi, se mai voleste leggerlo. Eppure sin d’ora Sento che per la mia vita le sue Promesse sono Grandi. Cosa aspetti? Lasciati travolgere! Puoi farlo oggi, chiunque tu sia: perché ciò che davvero vuoi è ciò che Lui vuole per te! Solo il meglio!

ANTONIO OTTAVIO

Andare al seminario di vita nuova è stato per me come compiere un grande viaggio.
In quei giorni è stato infatti come ritrovarsi nella Cafarnao di duemila anni fa, dove
Gesù viveva. Lì quindi era davvero possibile incontrarLo fisicamente, vederlo,
incrociarlo per strada, mangiarci insieme, parlarci, toccarlo, interrogarlo. Ed era lì che Egli, il Signore, stava compiendo la sua missione: “portare ai poveri il lieto annuncio, fasciare le piaghe dei cuori spezzati, proclamare ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista, rimettere in libertà gli oppressi, consolare tutti gli afflitti, dare una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto” (Isaia 61,1-3).
Il seminario di vita nuova è stato per me l’occasione di uscire da una religiosità stagnante che mi toglieva vita, fatta di doveri, abitudini e rigidità (del cuore e della
mente). E, al tempo stesso, di entrare in una relazione dinamica, vera e totale (in spirito, anima e corpo) con questo Signore, morto duemila anni fa, ma Risorto e quindi vivo per sempre. Un Signore buono che ci conosce fin nel profondo, che ci cerca, che ci parla, che ci ridona gioia e speranza attraverso la sua presenza, il suo sguardo, i suoi gesti e le sue Parole.
E che, quando ci trova, ci fa “rinascere dall’alto” (Giovanni 3,3).

Michele

Il seminario di vita nuova per me è stato veramente fare esperienza dello Spirito Santo. Sono arrivata fidandomi solo dei frati e dell’invito che mi è stato rivolto, non avendo la minima idea di cosa potesse essere, ed è giusto sia così secondo me, quindi cercherò di non rivelare molto.

Non nego che all’inizio, dopo aver ragionato meglio sul titolo del seminario, è partita un po’ la presunzione di dire: “Mah, vita nuova. Sono già in cammino, ho fatto già esperienza di tante svolte che mi hanno rinnovato come persona e nello spirito, cos’altro potrebbero rinnovare nella mia vita?”. Una cosa di fondamentale importanza per me, e che suggerisco ad ognuno, è stata mettere da parte questa presunzione, tenere in umiltà il cuore aperto, e la disponibilità ad accogliere la proposta, mettermi in gioco e, perchè no, anche in discussione. Se non ci si riesce, è da chiedere in preghiera, con sincerità. Lo Spirito si farà strada.

Sono accadute molte cose, mi sono state dette cose sentite e risentite nel mio percorso di fede, eppure mi sono arrivate in una maniera completamente rinnovata. Allo stesso tempo ho vissuto esperienze inedite e “stra-ordinarie” che mai avrei pensato di poter provare, che hanno veramente confermato e rafforzato la mia fede, testimoniato veramente la grandezza e la potenza del Signore.

C’è stato un filo conduttore per me durante tutto il seminario. Non l’ho realizzato subito, quando c’ero dentro è stato tutto pieno, intenso e carico, mi sono goduta tutti i momenti pezzo per pezzo, ma solo in un secondo momento sono riuscita a mettere insieme alcuni di questi pezzi e comprenderne il significato. Questo filo per me è rappresentato dalla parola LIBERAZIONE. Alla fine del secondo giorno questa parola mi era molto chiara e risuonava forte nella mia testa e soprattutto nel mio cuore, tanto che l’ho segnata così, in maiuscolo, sul mio quaderno degli appunti. Non volevo dimenticarla per niente al mondo. Lo Spirito poi ha continuato a confermarla.

C’è stato un momento particolare, mentre eravamo in preghiera, in cui il mio cuore era così pieno di gioia che avevo voglia di ballare. Ho pensato proprio al momento in cui gli israeliti escono dal Mar Rosso e liberati dagli egiziani formano cori di danze. Ancora una volta per me era “liberazione”.

Infine, il momento con cui lo Spirito ancora una volta mi ha dato una conferma è stato in un altro momento di preghiera, in cui mi è stata consegnata un’immagine che per me è stata davvero fortissima: il mio volto tra la gente del popolo d’Israele, che attraversa il Mar Rosso liberato dal Faraone. Liberazione.

Mi sono state consegnate tante altre cose, che ho ancora bisogno di metabolizzare e comprendere, probabilmente mi ci vorranno anni, perché si sa, i tempi di Dio sono biblici, ma questo amore, con questa esperienza, mi è arrivato forte e chiaro.

Sono tornata a casa col cuore colmo di gioia, con una consapevolezza nuova di un Dio che veramente mi ascolta e mantiene le sue promesse, che mi conosce poiché sono sua creatura e sa dove ho più bisogno, che vuole aiutarmi perchè mi ama e mi vuole con sé. So che quando crollerò ci sarà Lui a rialzarmi e a sorreggermi, se cadrò nelle mie schiavitù ci sarà Lui a liberarmi. Come dicevo prima, sono cose che in teoria già sapevo. In teoria. È averne fatto esperienza che mi ha dato la possibilità di rinnovare completamente la Sua azione nella mia vita. Veramente in Lui c’è una vita sempre nuova, una promessa d’amore eterno.

Maria Libera

Sono arrivata al Seminario di Vita Nuova fidandomi dell’invito del mio padre spirituale ma con tante domande: “Perché seminario? Cos’è questa vita nuova? Perché non c’è sul sito del SOG?!”; ma tra tutte, nel cuore avevo una timida domanda di guarigione per la mia vita e mi aspettavo tanta grazia.
A chi oggi mi chiede cosa sono stati quei quattro giorni rispondo che non è stato un corso dove ho ascoltato e imparato nella teoria cose sullo Spirito Santo, ma un tempo in cui mi sono sentita consigliare, toccare, stupire, bruciare dallo Spirito: un kairòs dove ho fatto esperienza di Chi è per me.
“Ci credi o non ci credi. Gesù ti ama uguale. Solo che non te lo godi.” Ho iniziato così, con questo desiderio: “Padre, sciogli le mie resistenze, fa che senta di essere figlia tua, guarisci il mio cuore, che io possa credere al tuo amore gratuito.”
Ho ascoltato e conosciuto le vite di testimoni che mi hanno parlato del Signore e del suo amore, dei segni e di tutti i benefici che riconoscono nella quotidianità: ho visto volti sorridenti, disponibili, solcati dalla sofferenza, ma con tanta pace e gratitudine negli occhi, quella dei figli che sanno di essere amati, sempre, e che godono pienamente nel Padre. Ho incontrato le condivisioni e gli abbracci di giovani come me, di fratelli che si sono aperti e lasciati guardare dentro, anche in zone di ombra, puzza e vergogna: mi sento custode di ciò che hanno voluto consegnarmi. Saperci insieme in cordata, con questi nostri cuori malati che cercano il Suo volto, l’ho sentita come una carezza del Signore.
Ho imparato la preghiera dei piccoli, degli umili, dei figli che cantano, ringraziano, benedicono il Padre con le parole che conoscono, nella spontaneità di un dialogo, nella lode continua, con le braccia alzate che chiedono, proprio come fa un bimbo con i suoi genitori. Lo Spirito viene se lo invoco, se lo desidero e lo attendo, e lo posso scomodare per ogni cosa, ho scoperto che non servono grandi schemi o impostazioni di preghiera.
Sono testimone della potenza del Signore che attraverso il suo Spirito d’amore opera grandemente e compie cose prodigiose. Non posso tacere la gioia e la meraviglia di cui sono stata colmata. Ho vissuto quello che i discepoli vivevano accanto a Gesù mentre operava miracoli: qualcosa di indicibile, che supera la mia intelligenza, davanti al quale non ho potuto dire altro se non “Mi arrendo”.

Non mi sono sentita fuori posto, anzi, è stato come un ritrovare la mia postura di figlia davanti al Signore, davanti a questo Dio che dà tutto sé stesso per me, che dona Suo Figlio per la mia salvezza, per amore mio. Con quelle braccia spalancate, Gesù mi ricorda ogni benedetto giorno che io valgo il Suo sangue, non meno di questo. Sono commossa e incredula da tutto questo amore gratuito e incondizionato per me (e che è per ognuno), ma forse per la prima volta ci sono stata, inondata e immersa nel Suo sguardo, balbettando: “Com’è bello essere tua figlia, Padre.”

Chiara

Cari amici, pace a voi.

Abbiamo terminato il 2022 festeggiando insieme il Capodanno in Porziuncola, accompagnati dalla Parola di Dio, dalla preghiera e dalla fraternità.

Vi lasciamo qualche foto e video della festa e della catechesi.

Vi benediciamo!