Entrambi siamo già stati marciatori e abbiamo sperimentato l’incontro con la Misericordia del Padre nelle nostre storie personali, in questa 41esima Marcia Francescana abbiamo camminato insieme nella strada che il Signore aveva tracciato per noi come coppia nonostante ognuno di noi avesse le sue domande, le sue preoccupazioni e le sue aspettative. Nonostante il nostro essere arrivati qui insieme, abbiamo provato a vivere questo servizio come figlio e figlia di Dio senza ritagliarci troppo tempo per noi ma decidendo, di comune accordo, di scegliere un momento durante la giornata per poter condividere il nostro vissuto giornaliero. Nel pieno dell’innamoramento ci sembrava una follia, l’ennesima occasione per poter scommettere sulla bontà del Signore. A nostro parere la marcia francescana resta la cornice perfetta per questo tipo di scommesse.

A differenza di quanto ci aspettassimo, il nostro essere al servizio è stato come vivere una vera e propria “marcia nella marcia”. È stata un’esperienza stancante e intensa per entrambi. Con il passare dei giorni la grazia di Dio illuminava la nostra strada facendosi spazio nei nostri cuori, lasciandoci scoprire i desideri più profondi. Così facendo la stanchezza dovuta alle poche ore di sonno e le nostre reciproche preoccupazioni hanno ceduto il passo alla preghiera semplice e autentica. Ci siamo chiesti più volte in che modo stessimo davanti al Signore, in che modo, unico e personale, potessimo rispondere alla sua chiamata all’amore e alla vita piena. La risposta è arrivata per entrambi durante tutta la marcia, in ogni tappa i nostri cuori abbassavano le loro difese. Abbiamo scoperto che il servizio al prossimo è come uno specchio che permette al cuore di rivelare in che modo è chiamato ad amare Dio e l’altro, nonostante le tante contraddizioni che ognuno di noi può vive. Abbiamo scoperto che il nostro desiderio profondo è quello di stare con Dio immersi nell’entusiasmo dei frati e delle suore, negli abbracci dei fratelli e delle sorelle che il Signore ci ha messo accanto. Ci siamo resi conto con grande gioia che quel momento di verifica giornaliera in cui ci ritrovavamo insieme come coppia per condividere i nostri vissuti era un luogo privilegiato per restare cuore a cuore con Lui.

Rivivendo le tappe della marcia abbiamo avuto modo di ringraziare il Signore per le opere grandiose che ha compiuto nelle nostre storie personali ancor prima di essere una coppia. Abbiamo imparato che la nostra chiamata personale è una storia vocazionale che passa per i tanti “oggi” della nostra vita, come il desiderio di voler camminare insieme nel “qui e ora” verso la Porziuncola, verso il Paradiso. E’ stata una gioia immensa quando davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli ci siamo confrontati e abbiamo riscoperto in entrambi lo stesso desiderio di entrare in Porziuncola insieme, mano nella mano. Arrivati in Porziuncola la gioia che abbiamo provato passando per quel piccolo pezzo di paradiso è stata la somma dei tanti momenti di grazia vissuti negli anni e nei giorni precedenti, ricordando tutti i momenti di grazia e di fraternità vissuti nella nostra esperienza di guastatori e di marciatori. Siamo entrati in Porziuncola con il cuore trasformato ancora una volta dalla Misericordia che non smette mai di stupirci. Ci siamo ritrovati cambiati da un passaggio molto concreto del Signore che si e manifestato in determinati sguardi, parole, gesti e azioni ben precise di alcuni fratelli e sorelle con cui abbiamo condiviso questa esperienza.

Abbiamo intrapreso questa esperienza con la certezza che questa nostra relazione rappresenta un “oggi” delle nostre storie vocazionali, un preciso modo di stare davanti a Dio. Permettere a Dio di entrare in una relazione significa scoprire attraverso di Lui che l’Amore è il contrario del possesso e che lo Spirito Santo è il motore, l’alimento e il custode della nostra relazione indipendentemente dalla nostra vicinanza, perché l’altro è la Sua occasione per entrare in casa mia oggi (Lc 19, 5). Una nostra amica guastatrice, sposata da qualche anno, ci ha confidato che in un matrimonio “se si cammina in Tre è una bella marcia in più”. Ci è sembrato un’indicazione preziosa per proseguire il cammino di verifica della nostra chiamata verso il Paradiso.

Insomma, dopo una marcia a cui abbiamo partecipato da marciatori, questa seconda marcia a cui abbiamo partecipato da guastatori, questa esperienza di Dio ci lascia “una marcia in più”, una terza marcia.

GIOVANNI E CATERINA

Sono partita per questa Marcia con la paura di non poter resistere fisicamente e di ritornare a casa più stanca di come sono partita, ma qui sul treno di ritorno devo smentirmi.

Nella condivisione in gruppi prevista nella giornata di ritiro della marcia, che si è svolta presso l’Isola Maggiore, siamo stati chiamati a esprimere le motivazioni che ci hanno spinto a partecipare, in quel momento ho condiviso la mia motivazione era il ringraziamento, il desiderio di ringraziare il Signore per tutti i suoi doni e per chiedere la grazia di imparare a perdonare. Con il passare dei giorni ho avuto la certezza che il Signore non aveva finito le sue opere nella mia vita, contrariamente a ciò che pensavo prima della mia partenza. Questa presa di coscienza mi ha spinto a ringraziare più volte il Signore che nei giorni successivi ha continuato a elargire con generosità i suoi doni. Dio, infinitamente buono non smette mai di dare ai suoi figli che gli chiedono di operare nelle loro vite.

In particolare una catechesi collocata in un momento di preghiera incentrato sulla benedizione del proprio corpo è stata fondamentale per “chiudere il cerchio”. Durante questa preghiera un frate ci ha invitato a toccare la parte del corpo che non avevamo ancora accettato, in quel momento ho avuto la consapevolezza che le mie imperfezioni non sono difetti di fabbrica, ma il Signore mi ha creata e pensata così dall’eternità. Egli non rinnega nulla di me, mi ha creata come una meraviglia stupenda ai suoi occhi, fatta a sua immagine somiglianza. Quella ferita che portavo con me fin dal mio arrivo ad Assisi per frequentare i corsi del SOG è stata guarita grazie alle parole d’amore e di benedizione che ho sentito pronunciare su di me durante il momento di preghiera che mi ha aiutata a porre la parola fine a tutti i pensieri screditanti. Il Signore quel giorno ha posto su di me la sua misericordia.

Con il passare dei giorni abbiamo continuato a marciare, ho sperimentato la misericordia di Dio che mi ha fatta sentire in maniera nitida e distinta figlia amata nonostante tutti i miei sbagli, una vera e propria coccola da parte del Padre. Il cammino è stato lungo accompagnato dal momento di silenzio mattutino che si è rivelato un aiuto fondamentale per la mia giornata, un vero risveglio nonché un momento in cui ho potuto pregare per tutte le persone che ho portato nel cuore. I volti incontrati nel cammino e le storie ascoltate mi hanno aiutato a ripercorrere il cammino di questi ultimi anni. Abbiamo ripreso a marciare il 1 agosto dopo il giorno dedicato alle confessioni, la Porziuncola si avvicinava sempre di più.

Il 2 agosto è arrivato il giorno del Perdono di Assisi e per un momento durante la marcia ho pensato di non riuscire ad arrivare con le mie gambe alla Porziuncola a causa del dolore alla caviglia, invece mi sbagliavo. Mentre ci avvicinavamo alla Basilica mi sono lasciata prendere dalla nostalgia, ma il Signore ha preso questo mio limite per aprire il mio cuore, farsi largo e parlarmi. Alla vista della cupola della Basilica mi è tornato alla mente il ricordo della prima volta che sono arrivata in Porziuncola e continuavo a ripetermi che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci sarei arrivata con il SOG, essendo ormai giunta al termine del mio cammino di discernimento vocazionale. Pensavo ininterrottamente: «Ora arrivo alla Porziuncola e poi riparto». Fino a quando il Signore mi ha messo nel cuore le parole: «Va’ e ripara la mia casa». Da quel momento ho capito che non solo Dio mi chiamava a non essere più la stessa Benedetta, ma che io stessa non volevo esserlo, non voglio più esserlo.

Torno a casa più grata di quando sono partita, con gli occhi e il cuore colmi della Provvidenza che il Signore mi ha dato di sperimentare in questo pellegrinaggio che non è solo un’esperienza, ma è un pezzo di vita da cui ripartire.

Benedetta

È questo il ritornello del brano “De gloria en gloria” tratto da Gal 2,20 che ci ha accompagnato in questa XLI marcia francescana, ed è ciò che abbiamo provato come guastatori, ma partiamo dall’inizio.

Il desiderio di guastare è nato alla fine della marcia a cui ho partecipato lo scorso anno grazie alla gioia e all’amore che i guastatori ci avevano trasmesso. Volevo dunque ricambiare a mia volta, è stato per me provvidenziale ritrovarmi il 24 luglio a Santa Maria degli Angeli per iniziare questa avventura, pur non conoscendo a pieno in cosa consistesse.

Il brano di Vangelo che ci è stato proposto dal frate responsabile dei guastatori è stato quello dell’Annunciazione riletto alla luce di tre Parole chiave: Eccomi, Rallegrati e Disarmami/Disarmali.

Queste tre parole si sono rivelate vere e presenti durante i dieci giorni del servizio. Ci siamo infatti dovuti presentare agli altri così come eravamo veramente, ci siamo rallegrati (Eviva! Cit) dentro le difficoltà e nella stanchezza quotidiana  e così facendo il Signore ci ha permesso di abbattere le nostre barriere e quelle dei marciatori, rendendoci e rendendoli bisognosi dell’amore del Signore e dell’amore altrui.

Il timore con cui sono partita è stato quello di non sapere come poter amare le persone a me vicine. Il servizio mi ha fatto comprendere che è proprio servendo che posso amare sperimentando che il soggetto che ama non sono io, ma è il Signore che usa me come tramite per avere cura degli altri. Questa consapevolezza unita all’esperienza fraterna vissuta con gli altri ragazzi del servizio ha fatto si che io mi sentissi ricolmata di Amore e Gioia vera.

Grazie a questo essere “ricolma” della sua grazia il sorriso e l’allegria non risultavano artificiosi ma del tutto spontanei, la stanchezza non si percepiva perché il desiderio di accogliere i marciatori e di camminare tutti insieme verso il perdono e il Paradiso risultava essere più grande di ogni fatica.

In questi dieci giorni ho sperimentato la bellezza di essere me stessa, di essere famiglia insieme ai guastatori, ai frati e alle suore, di abbandonarmi all’amore, alla provvidenza e alla misericordia del Padre.

“Avvenga per me secondo la tua Parola” (Lc 1,38) è quindi la Parola del brano dell’Annunciazione (come quelle consegnateci all’inizio) che sento mia alla fine di questa esperienza.

L’arrivo in Porziuncola il 2 agosto mano nella mano con i fratelli e con il cuore colmo di amore è stato davvero come sentire il Signore pronunciare a tutti noi queste parole: “Oggi con me in Paradiso!”

SERENA AIMASSO

La Marcia Francescana è stata una esperienza della totalità di Dio. Ogni momento vissuto diventava occasione concreta di incontro con l’Amore di Dio. Il cammino, la preghiera, la fatica, le condivisioni, le risate e anche il riposo della notte mi ha permesso di rimanere dentro alla relazione con Lui e allo stesso tempo di rinnovarlo continuamente. La novità veniva da una parola, un sorriso, uno sguardo, un abbraccio che mi rimaneva impresso, e che percepisco ancor oggi profondamente mio. Io non mi ero preparato fisicamente per il cammino, ma addirittura nelle due settimane prima dell’inizio della Marcia iniziai ad accusare dolori particolarmente forti al ginocchio destro. La cosa mi mise un po’ in allarme, tant’è che iniziai delle sedute intensive di fisioterapia per provare a recuperare il più velocemente possibile. Tuttavia dentro di me rimanevo in pace, credevo che vivere questa esperienza era una chiamata del Signore, e soprattutto vedendo quanto già aveva operato durante l’anno ero sicuro che non mi avrebbe abbandonato. Vedendo questa mia serenità, una mia amica mi chiese “pensi di camminare solo con lo Spirito Santo?”. Questa sua provocazione divenne poi pienamente vera. Lo Spirito di Gesù era infatti sempre con noi. Lo vedevo dalla fratellanza che sperimentavo, con alcuni ci conoscevamo appena da pochi giorni eppure ci siamo confidati a cuore aperto l’uno con l’altro. Le barriere e le maschere che ordinariamente si incontrano nei rapporti all’interno della società attuale, e che per me spesso si traducono nella paura di essere amato, erano cadute. Dopo ore e giorni di cammino infatti non hai più nulla da trattenere, sei semplicemente te stesso e guardando chi ti è accanto riconosci che siamo tutti figli di un unico Padre. Non c’è nulla di cui avere paura. I miei limiti, le mie insicurezze, i miei desideri e le mie attese sono stati colmati e riempiti di gioia proprio attraverso chi mi stava accanto. Perché nella Marcia Francescana nessuno viene lasciato indietro, e ogni vero desiderio del cuore trova concretezza. Alla fine il ginocchio resse il cammino fino all’arrivo in Porziuncola, eccezion fatta per il tratto finale della tappa di Colombella dove mi fu consigliato di fermarmi e attendere assieme ai guastatori i Marciatori all’arrivo. Inizialmente nacque il dubbio “e se mi stessi perdendo qualcosa?” decisi però di rinnovare la mia fiducia al Signore anche in quella situazione e Lui non tardò a visitarmi. Nel condividere il servizio con i guastatori e poi l’incoraggiamento e la festa all’arrivo dei marciatori mi ritrovai ricolmo di gioia. Incrociare gli occhi e i volti dei marciatori all’arrivo mi ha fortemente commosso, vederli arrivare uno per uno è stata una testimonianza di Fede che custodisco nel cuore. Gli occhi di un marciatore all’arrivo trasmettono tutta la totalità del desiderio di Dio con cui ha camminato, passo dopo passo mettendoci tutta una vita dentro. Nella sera di quello stesso giorno, durante la veglia fummo invitati ad entrare nel deserto del nostro cuore. Nell’invocazione vissuta durante quel momento mi sono sentito visitato e guardato da un Amore più grande di tutto. È stato così intenso, forte e vero che mi ritrovai a piangere in un modo che non mi era capitato prima. Ogni lacrima partiva da dentro, da molto profondo e non riuscivo a controllare questo moto interiore. Erano lacrime che avevano incontrato l’Infinitamente Buono, lacrime che mi hanno preparato all’arrivo in Porziuncola il 2 agosto.
Entrare in Porziuncola per me ha voluto dire entrare nel grembo della Vergine e Madre Maria. In quel momento ho lasciato tutto quello che mi ero portato, e ho affidato il mio desiderio di rinascere insieme a lei, seguendo il cammino indicato da S. Francesco. Una rinascita che si è subito concretizzata nelle parole “Amare nella Libertà”. La fatica del cammino infatti mi ha fatto comprendere che l’Amore vero, è un amore libero che non trattiene, che si fida e affida anche quando non capisce come si attuerà. Una volta usciti è stata una grande festa. Razionalmente non riuscivo a comprendere cosa stesse accadendo, tra gli abbracci, i sorrisi, le lacrime e le parole scambiate. Ero stupito, riconoscevo solamente che un dono di Grazia particolare aveva riempito i nostri cuori, Dio è veramente infinitamente buono. In quell’istante diedi un significato personale all’ esclamazione di S. Francesco “voglio portarvi tutti in Paradiso”.
Infatti cos’è il Paradiso se non questa esperienza di vita in abbondanza vissuta nella gioia della fraternità che trasmette l’Amore che Dio ha per me e per te. E in questo senso anche io desidero e auguro una esperienza così totale dell’Amore di Dio per chiunque!

Giorgio

Sono arrivato alla Marcia 2022 nel mezzo di un cammino di fede che sembra non
conoscere fondo; più vado avanti ad approfondirlo e più mi accorgo che non c’è
una fine all’amore che mi spinge ad approfondire la mia relazione con Dio. Sono
arrivato alla marcia dopo mesi rocamboleschi pieni di cambiamenti e di nuove
esperienze e amicizie. Quando ho iniziato il mio percorso con il SOG a dicembre
dello scorso anno già avevo abbozzato l’idea di fare la marcia. Ero infatti venuto a
conoscenza di questa esperienza mediante le testimonianze su Chiara Corbella, e
da subito mi aveva incuriosito molto. Poi, varie storie a cui alcuni amici
accennavano senza mai spoilerare troppo ma che andavano sempre fino in fondo
nel significato importante della marcia per la loro vita mi avevano affascinato.
Tuttavia, mi sono affidato al mio padre spirituale, ed è stato lui a propormi di farla
quest’anno. Preso dall’emozione ho accettato subito la proposta! Le settimane
prima della marcia sono state molto intense per via della sessione universitaria, ma
non facevo che contare i giorni che mancavano!
E poi siamo partiti! In verità, io non sapevo bene che cosa aspettarmi perché
volutamente non avevo voluto sapere molte notizie su cosa si facesse
effettivamente. Ero consapevole però di avere dentro delle domande grandi da
portare fino alla Porziuncola e che sarebbero stati giorni impegnativi. Così è stato: i
primi giorni sono stati una lotta a lasciarsi amare fino in fondo dalle persone che
avevo intorno; poi alcuni dialoghi mi hanno aiutato e i giorni successivi sono stati
un’esplosione di occasioni per conoscere persone, approfondire rapporti e fare
dialoghi profondi. Non ho mai trovato un posto così bello e così grande dove
davvero poter mettere a tema tante domande che mi portavo dentro, a partire da
quelle di fede fino a conversazioni e momenti più leggeri. I primi giorni eravamo
tutti dei semplici compagni di cammino, poi col passare dei giorni certi rapporti
fanno davvero la differenza.
La cosa che più mi ha colpito e che mi porto dietro di quei giorni è l’amore gratuito
ricevuto. Alla marcia non importa chi sei o quale sia la tua storia o quanti corsi SOG
hai fatto, tutti vengono trattati allo stesso modo! Credimi, io non mi sono mai
sentito così amato da degli sconosciuti come in questa occasione, il tutto a partire
da piccoli gesti, anche solo un guastatore che si ferma un istante e ti chiede come
stai lungo il cammino o un sorriso di un compagno marciatore che con gli occhi ti
dice ce l’abbiamo fatta all’arrivo. Quello che sto imparando è che tante volte
nemmeno servono le parole per amare chi abbiamo al nostro fianco, è sufficiente
uno sguardo che si lascia leggere, un abbraccio di gioia o una risata tra amici. Alla
marcia ho riscoperto quanto è bello non possedere nulla, eppure avere tutto! Anzi,
avere molto di più di quello che ci si aspetta!
Come dicevo all’inizio, sono partito senza sapere bene che cosa mi aspettasse
durante la marcia, non sapevo nemmeno il titolo, “Infinitamente Buono” (slogan
che si è rivelato durante tutto il cammino come la verità più profonda di tutto
questo percorso). Sapevo solo che, essendo il tema quello del perdono,
probabilmente ad un certo punto ci sarebbe stata una confessione e qualche altro
momento inerente al tema, ma non pensavo di certo che quei momenti potessero
essere così importanti per il mio cammino e farmi conoscere un altro livello di
comunione con il Padre.
Il passaggio in Porziuncola è stato un momento di gioia piena per me, un senso di
libertà e di festa che mescolato in questo modo ha sprigionato emozioni che non
avevo mai provato. Io auguro a te che mi leggi di provare emozioni di questo tipo
nella tua vita perché un senso di pienezza così in 23 anni di vita e vari anni di ricerca
e cammino di fede non l’avevo mai provata.
La marcia non te la consiglio se sei debole di cuore: perché alla marcia tutti i cuori
più duri e freddi vengono frantumati e trasformati in cuori caldi e di carne che
sanno amare. “Da un amore gigante così io non posso tornare indietro” dice una
canzone di Debora Vezzani. Credo che descriva bene quello che ho provato in
questo cammino e che nel quotidiano cerco di restituire a chi incontro.
Riccardo

Sono finito alla Marcia Francescana 2022 in maniera rocambolesca, in un momento particolare della mia vita, come molti miei compagni di cammino. Avevo sentito parlare della marcia nel libro su Chiara Corbella “Siamo nati e non moriremo mai più”, ragazza alla cui storia devo molto. Non sapevo molto su Assisi, non ero mai stato in Porziuncola e non sapevo nulla sulla marcia. Sapevo solo che in occasione della festa del Perdono un gruppo di frati, suore e di giovani si mettono in viaggio, ogni anno, per arrivare alla Porziuncola. Da subito ho sentito nel cuore il grande desiderio di vivere anche io questa esperienza e scoprire se in marcia avrei potuto incontrare altri ragazzi, della mia età, innamorati di Dio come lo era anche Chiara (spoiler: era pieno). Ovviamente, la mia marcia è andata ben al di là di qualsiasi possibile previsione.

I giorni precedenti alla partenza ho iniziato a ricevere qualche dettaglio in più sull’esperienza che stavo per affrontare: il tema per il 2022 sarebbe stato “Infinitamente buono” e la marcia, come ogni anno, avrebbe riguardato l’esperienza del perdono. “Tutto qui?”, pensai. Insomma, ho fatto le elementari dalle suore, anni di catechismo e da qualche anno ho ripreso con serietà il mio cammino di fede… è “tutto qui” quello che dovrà dirmi la marcia? Non vi nascondo che un minimo di delusione sincera c’è stata, seguita però subito dalla convinzione che Dio ha una parola per ognuno di noi e a me chiaramente avrebbe detto qualcos’altro, qualcosa di nuovo.

Capiamoci, non si trattava di sminuire la bellezza del perdono di Dio, e nemmeno mettere in dubbio la Sua infinita bontà. Ma erano cose di cui ero già a conoscenza e di cui giù godevo attraverso la confessione e i sacramenti che già contribuivano alla mia felicità da figlio di Dio.

E infatti, fortunatamente, avevo torto e Dio ha fatto nuove tutte le cose, come al solito.

Quelle parole erano rivolte proprio a me! Ed hanno assunto un significato concreto, le ho potute vivere in prima persona, farne esperienza diretta in marcia: insomma è cambiato tutto, nonostante tutto sia rimasto come era prima. Dio, che si è fatto uomo per noi, che ha assunto un corpo di carne fatto come il nostro, ha mostrato il suo volto nel corso del cammino, e l’ho potuto vedere in prima persona, nei miei compagni marciatori, nei frati e nelle suore, nella confessione. E quel volto mi ha mostrato la Sua dolcezza. Quel volto che perdona, quel volto infinitamente buono, lo fa con la dolcezza che ora abita la mia relazione con Lui, con me stesso e con il mio passato. “La venda ya cayó”, recita una canzone sentita spesso nei giorni di cammino: “la benda ormai è caduta”. È stato proprio così. Arrivare in Porziuncola per me è stato come giungere alla meta di un viaggio lungo 28 anni e poter finalmente festeggiare con i propri fratelli l’infinita bontà di Dio.

Giovanni

“Così dice il Signore: Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.”

Sedotta, è così che mi sono sentita dopo aver ricevuto una chiamata del tutto inaspettata dove mi veniva proposto di partecipare al gruppo di servizio, i guastatori, della Marcia Francescana; sedotta perché non avevo l’avevo chiesto io di partecipare e non l’avevo programmato ma in pochissimi giorni tutto si è allineato perfettamente perché io potessi rispondere di sì a quell’invito. Fiduciosa, che in così poco tempo tutto fosse stato preparato e sentendomi desiderata e chiamata lì in questa esperienza, ho accettato. Solo dopo aver detto di sì mi sono resa conto che questa Marcia sarebbe stato per me il saluto al luogo dove avevo vissuto i miei ultimi 10 anni, avendo fatto l’università in Umbria. E non solo, sarebbe stato un saluto da un luogo speciale: la Porziuncola, proprio lì dove in questi anni ho incontrato il Signore e la mia vita è iniziata a cambiare con la luce della fede.

In pochissimi giorni mi ritrovo a Cortona, partenza di questa 40° Marcia Francescana, per iniziare questa esperienza anche in maniera un po’ inconsapevole, non avevo infatti un ricordo e una percezione nitida del servizio che i guastatori avevano svolto quando io ero stata marciatrice; ma una Parola ci ha sempre accompagnato: “il Signore è con te” e allora tutto il lavoro, la fatica, gli imprevisti, la stanchezza vissuti sono stati illuminati da quella Parola, tutto era vissuto alla presenza del Signore tra noi. In modo particolare per me, la Sua presenza è stata tangibile nel volto degli altri guastatori, nella loro disponibilità, nella loro gioia, nell’amicizia, nell’incoraggiarsi e nell’aiutarsi a vicenda, nel loro conforto e nei nostri momenti di condivisione. È stato proprio in alcuni momenti sia di lavoro, sia di riposo che capitava di confidarsi e ciò che mi hanno restituito è stata per me la voce del Signore che parlava nel deserto di quei giorni, dove io mi sentivo più vulnerabile e fragile, dove la stanchezza rompeva tutte le mie armi di difesa, dove il silenzio si faceva spazio perché alcune domande, che mi portavo nel cuore e avevo affidato in preghiera in quei giorni, non avevano risposta. Ma quello che mi abitava era serenità e pace nel mostrarmi così come sono e ho potuto sperimentato da loro quella cura e quelle attenzioni che ti fanno sentire profondamente amata.

Allo stesso modo, in modo particolare per tutti i marciatori, anch’io ho cercato di vivere questo servizio proprio con questo scopo, di poter donare a ciascuno delle persone che incontravo in ogni momento della giornata o nel compito che stavo svolgendo, quella cura che arrivava nella giornata come una carezza. Ciò che ho cercato di fare è stato quello di regalare loro un sorriso o un saluto, un incoraggiamento o una battuta perché anche loro potessero sperimentare quello che io avevo vissuto nella mia esperienza precedente da marciatrice, avere qualcuno che gratuitamente ha preparato tutto solo per te, qualcuno che è lì pronto a sostenerti e aiutarti solo per te, qualcuno che gioisce insieme a te e per te! L’esperienza della Marcia Francescana per me è l’occasione in cui puoi sperimentare di toccare veramente l’essenzialità della vita, in cui puoi fare a meno di così tante cose di cui ci riempiamo ogni giorno, ma arrivare a sera e gioire in pace di ciò che si è vissuto, di avere quel senso di profonda gratitudine alla Vita che non ci è mancato nulla, anzi che ogni istante è stato pienamente vissuto e mai sprecato.

Il passaggio in Porziuncola è stato emozionante e davvero lì ci ho lasciato tutte le mie domande e i miei desideri, affidandomi totalmente al Padre, ma soprattutto ci ho portato un grande grazie al Signore per tutta la vita che mi ha donato in questi anni e per questo regalo finale, di poter partecipare a quest’esperienza come guastatrice; ciò che più mi porto via è proprio questo senso di profonda gratitudine. Tante volte avevo maledetto la scelta della sede universitaria e molti fallimenti che in quegli anni ho vissuto, ma l’unica cosa che invece sono riuscita a pensare in quei giorni è stato: Benedetto quel giorno che ho fallito! Benedetta quella scelta obbligata! Benedetto quel giorno che non ho più contato sulle mie forze, perché se tutto questo serviva a portarmi fino a qui, a vivere la Vita che mi è stata donata, a godere dell’amore di tutti i fratelli che mi hanno accompagnato e a sperimentare l’abbraccio misericordioso del Padre, allora ne valeva la pena. Quel pezzo di storia non è più tempo perso o che vorrei cancellare, ma è tempo abitato da Dio! Perché il Signore, infintamente buono, è sempre stato con me!

Lucia

Carissimi amici,

il Signore vi dia pace.

Quest’anno come avrete già immaginato, non sarà possibile organizzare la 40° MARCIA FRANCESCANA.

Però desideriamo starvi vicino in quei giorni di grazia in modo semplice, così come la realtà di oggi ci da la possibilità di fare.

Insieme ad altri frati minori di tutta Italia, abbiamo pensato per te 3 appuntamenti da vivere IN DIRETTA STREAMING sui Canali Social FRATI ASSISI.

1 AGOSTO: ore 17.00, Catechesi Penitenziale

2 AGOSTO: ore 20.30, Veglia in Porziuncola

3 AGOSTO: ore 11.30, Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Rodolfo Cetoloni

 

2018 – XXXVIII Marcia Francescana – Gruppo Umbria-Sardegna
CON UN NOME NUOVO

Zaino in spalla, biglietti alla mano. Si riparte oggi come un anno fa ma con una motivazione diversa. Fare memoria durante il viaggio di cosa successe in marcia l’anno scorso mi aiuta ad avere il cuore ancora più grato dei doni ricevuti, per poter mettermi al servizio. Chissà cosa mi aspetta! Sarà duro e faticoso, ma anche pieno di Luce, la stessa che ho visto negli occhi dei guastatori durante la mia marcia. Sono stati proprio quegli occhi così luminosi a spingermi e ad accompagnarmi verso il cammino di bellezza di quest’anno fino ad arrivare a guastare. Mi dicevo che la fatica, il poco sonno, le tante persone non avrebbero potuto impaurirmi e distogliermi dal desiderio di ringraziare.

Fin dal primo giorno di marcia abbiamo lavorato e sudato, e ben presto abbiamo imparato a far diventare il servizio preghiera. Perché abbiamo scoperto che da un piccolo sì, detto con il cuore e con le opere Dio avrebbe potuto fare grandi cose, perché nulla è impossibile a Dio.
La sveglia presto, le corse, gli imprevisti non ci hanno fermati perché Dio era con noi e sapevamo che solo in Lui avremmo avuto la forza per fare.
Dio è fedele in qualsiasi momento: quando stavo per cedere alla stanchezza, alla preoccupazione dell’imprevisto Lui si mostrava attraverso l’arrivo dei marciatori, la parola o un gesto di un fratello guastatore, quasi a dirmi “non temere”, ” io sono con te”.
Il momento migliore era l’arrivo dei marciatori in cui tutta la stanchezza veniva azzerata. Si ripartiva da capo con una nuova energia, pronti al servizio del fratello assetato, sudato e stanco che ti chiede solamente di essere dissetato e incontrato nelle proprie fatiche.
Guastare è stato fare una marcia parallela a quella dei marciatori che però mi ha permesso di vivere e gustare in pienezza e con una consapevolezza nuova la mia marcia. Con il cuore traboccante di gratitudine e di benedizione ho apprezzato tutte le piccole attenzioni che i guastatori hanno avuto nei miei confronti da marciatrice.
Da un passo oltre me, le fatiche e le paure a vivere un nome nuovo che Dio mi ha donato. Ho potuto scoprire un po’ alla volta durante i dieci giorni grazie alla Parola abbondante fattasi carne nella fraternità. Sentirsi amati e benedetti da Dio e dai fratelli per quello che sì è, per come si è e per quel poco che si fa è stata una grazia. Senza i guastatori miei fratelli in Cristo non sarei mai riuscita ad annullare le non-parole e i non-nomi e dare spazio al nome nuovo che Dio ha scelto per me. Non posso non ringraziare il Signore per tutto ciò.

Martina