Dal punto di vista delle stelle

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È solo da un paio di settimane che mi è stato chiesto così su due piedi, di scrivere la mia testimonianza. Ecco, razionalmente lo sapevo che questo è un Dio che turba e disturba, ma questa richiesta mi ha permesso di farne la sensoriale esperienza! Ne avevo ascoltate tante di testimonianze, seduta dall’altra parte al sicuro, ed era illuminante ascoltare…quando “la faccia” non era la mia! Oggi capisco che è esattamente così che vivevo la mia relazione con Lui, Dio seducente, finché non veniva chiesto a me di essere sedotta per davvero.

A volte è più sicuro guardare gli altri giocare, piuttosto che mettersi in gioco in prima persona. Che cosa avrei potuto dire io?

Ho capito poi qual era il problema del non sentire la mia testimonianza “abbastanza”. Non avevo capito che Dio, nella tua vita può entrarci in due modi: o come un fulmine, inconfondibile luce a ciel sereno, che non puoi non riconoscere, perché arriva ad un momento esatto, di cui ricordi il giorno e l’ora; oppure arriva come l’aurora. Arriva come il primo raggio di luce dell’alba, che tu non sei neppure sicuro se ci sia o no, il cambiamento è impercettibile, confondibile, ma minuto dopo minuto, nella mia vita giorno dopo giorno, la luce imperiosa avanza e ti accorgi all’improvviso che si è fatto giorno. Il corso Zero è stata la mia Aurora. Ci sono arrivata trascinata da un amico, si, trascinata, perché il fine settimana per me c’erano le partite di pallavolo, gioco ben più importante del mettersi IN gioco per Dio! Questo Dio che era solo il dovere di andare a messa la Domenica. Che ne sapeva poi di me questo Dio che se ne stava rinchiuso in una chiesa, che ne sapeva Lui di me quando ero gelosa del successo altrui, che ne sapeva Lui di me quando i miei genitori non mi facevano sentire abbastanza, che ne sapeva Lui di me quando mi sono innamorata, Lui che se ne sta dentro la sua chiesa!

Al Corso Zero mi sono innamorata. Le catechesi che ascoltavo mi facevano sentire viva turbandomi e disturbandomi, trovando nella Sua Parola una certa forza logica che non riuscivo a smontare nonostante ci provassi. Al Corso Zero ho assaggiato un cibo che sapeva di buono, ho respirato un profumo la cui fragranza mi inebriava. Al Corso Zero ho scoperto che Dio non era fatto né di pietra, né di bronzo, che non era un bel dipinto in chiesa, né un’immagine, nè un’icona, ma era fatto di carne viva, palpitante, sofferente, amante. Ho scoperto un Dio che non se ne stava affatto rinchiuso in una chiesa ma studiava con me all’università, litigava con me con mia mamma, e giocava con me a pallavolo. Dall’Aurora di allora, oggi mi accorgo che è giorno, e con questa luce, Dio nella mia vita “non ha fatto cose nuove ma ha fatto nuove tutte le cose”. Quello che è cambiato non è stato né gruppo di amici, né abitudini, ma punto di vista. Dio mi ha insegnato a cambiare visuale per spostarla più in alto, così da uscire dalla mia piatta egoistica misura delle cose, ed osservare tutto dal punto di vista delle stelle. Come con Abramo chiamato ad “uscire fuori” e contemplare le stelle, così Dio mi hai insegnato che non posso guardare al cielo e dal cielo se non esco dal mio piccolo guscio di egoismo. E allora ho scoperto la prospettiva, la profondità, lo spessore. Che bello questo Dio che mi fa uscire dalla mia chiusura, dalle mie paure, dalla mia logica e mi porta fuori a veder le stelle!

Ecco, Dio mi ha insegnato che la paura tiene stretto, ma l’amore tiene caro. Ed oggi è giorno, alla luce del Suo Amore.

Elena